25 aprile ad Adria: chi ha sbagliato?
Il fatto che, fortunatamente, siano rientrate appena in tempo le polemiche sull’ ultimo 25 aprile adriese, non impedisce di fare alcune riflessioni utili per il futuro.
Festeggiare questa data significa ricordare la liberazione dal nazifascismo e richiamare i principi che stanno alla base delle nostra Repubblica per ritrovarci a riflettere uniti sull’importanza della libertà, della pace, della democrazia.
Ecco, quindi, i due elementi, le due colonne su cui dovrebbe poggiare la celebrazione del 25 aprile: il ricordo dei sacrifici, delle sofferenze che portarono alla liberazione e la consapevolezza che quell’obiettivo non lo si è raggiunto una volta per tutte, ma lo si conquista anno dopo anno con il consolidamento della tradizione democratica e con una sempre più matura e diffusa convivenza pacifica e civile.
Questi due elementi l’Amministrazione Comunale li aveva completamente persi di vista, nei fatti e nei modi: nei fatti perché già il titolo della relazione commemorativa affidata al dott. Lorenzo Salimbeni indicava come si stesse andando fuori tema, mancando di sottolineare il significato e l’importanza della liberazione dall’oppressione nazi-fascista; nei modi, per la scelta “dividente” di chiamare quel discusso relatore che tante tensioni e fratture aveva provocato in altre comunità in un recente passato.
Bene, quindi, ha fatto il Sindaco a riconoscere in extremis l’errore e ad accogliere l’invito delle opposizioni e di alcune associazioni che gli avevano suggerito di cambiare rotta. Ma qual è stato l’errore del Sindaco? Distrazione? Superficialità? Fiducia mal riposta in chi doveva organizzare la manifestazione commemorativa? E la maggioranza che lo sostiene che ruolo ha avuto? Perché non è intervenuta prima per suggerire maggiore attenzione e perché non si è espressa sul successivo cambio di rotta? Indubbiamente c’è qualcuno nel centrodestra adriese che era convinto della bontà dell’operazione “Salimbeni”, ma che, dopo aver rischiato di far fare brutta figura non solo alla propria parte politica, ma a tutta la nostra città, non ha avuto il coraggio di esporsi.
Ora, alla vigilia della celebrazione del novantesimo anniversario del martirio di Giacomo Matteotti chiediamo una presa di posizione netta e che non lasci dubbi da parte di chi amministra Adria. Non sarebbe il caso che chi ha avuto responsabilità in questa vicenda si palesasse di fronte all’opinione pubblica e che, per evitare altri scivoloni in futuro, la stessa maggioranza inducesse senza ambiguità i diretti responsabili a prendere atto di essere stati sfiduciati dall’intera città al di là delle appartenenze politiche e, quindi, a trarre le dovute conclusioni?
IMPEGNO COMUNE