mercoledì 21 maggio 2014

Precari: paghi chi ha sbagliato



La penosa immagine consegnataci dalle cronache di una maggioranza in fuga dal Consiglio Comunale sulla questione dei precari ben rappresenta  l’assenza del rispetto delle istituzioni e del principio del confronto democratico di chi oggi amministra la città di Adria. Ma il Sindaco non dovrebbe essere “di tutti”?...  e il presidente del Consiglio non dovrebbe essere di “garanzia”? Se la somma offerta dalla Giunta Bobo per i danni patiti dai due precari graverà per 4 euro su ogni cittadino adriese, sia esso neonato o pensionato, per un totale di oltre 80.000,00 euro, tutti, attraverso i propri rappresentanti, dovrebbero poter esprimere la propria opinione. Neanche in un’assemblea di condominio si dice “paga e taci”! Sembra invece che Sindaco e Giunta vogliano chiudere la vicenda velocemente, per non fare emergere le responsabilità che, senza la conciliazione, potrebbero essere individuate dalla magistratura. Possibile che chi ha sbagliato non sia mai chiamato a rispondere e che sia il solito pantalon/cittadino a pagare per colpe non sue?
Impegno Comune

domenica 4 maggio 2014

COMMEMORAZIONI 25 APRILE


25 aprile ad Adria: chi ha sbagliato?

Il fatto che, fortunatamente, siano rientrate appena in tempo  le polemiche sull’ ultimo 25 aprile adriese, non impedisce di fare alcune riflessioni utili per il futuro.
Festeggiare questa data significa ricordare la liberazione dal nazifascismo e richiamare i principi che stanno alla base delle nostra Repubblica per ritrovarci a riflettere uniti sull’importanza della libertà, della pace, della democrazia.
Ecco, quindi, i due elementi, le due colonne su cui dovrebbe poggiare la celebrazione del 25 aprile: il ricordo dei sacrifici,  delle sofferenze che portarono alla liberazione e la consapevolezza che  quell’obiettivo non lo si è raggiunto una volta per tutte, ma lo si conquista anno dopo anno con il consolidamento della tradizione  democratica  e con una sempre più matura e diffusa convivenza pacifica e civile.
Questi due elementi l’Amministrazione Comunale li aveva completamente persi di vista, nei fatti e nei modi: nei fatti perché già il titolo della relazione commemorativa  affidata al dott. Lorenzo Salimbeni indicava come si stesse andando fuori tema, mancando di sottolineare il significato e l’importanza della liberazione dall’oppressione nazi-fascista; nei modi, per la scelta “dividente” di chiamare quel discusso relatore che tante tensioni e fratture aveva provocato in altre comunità in un recente passato.
Bene, quindi, ha fatto il Sindaco a riconoscere in extremis l’errore e ad accogliere l’invito delle opposizioni e di alcune associazioni che gli avevano suggerito di cambiare rotta. Ma qual è stato l’errore del Sindaco? Distrazione? Superficialità? Fiducia mal riposta in chi doveva organizzare la manifestazione commemorativa? E la maggioranza che lo sostiene che ruolo ha avuto? Perché non è intervenuta prima per suggerire maggiore attenzione  e perché non si è espressa sul successivo cambio di rotta? Indubbiamente c’è qualcuno nel centrodestra adriese che era convinto della bontà dell’operazione “Salimbeni”, ma che, dopo aver rischiato di far fare brutta figura non  solo alla propria parte politica, ma a tutta la nostra città, non ha avuto il coraggio di esporsi.
Ora, alla vigilia della celebrazione del novantesimo anniversario del martirio di Giacomo Matteotti chiediamo una presa di posizione netta e che non lasci  dubbi da parte di chi amministra  Adria.  Non sarebbe il caso che chi ha avuto responsabilità in questa vicenda si palesasse di fronte all’opinione pubblica  e che, per evitare altri scivoloni in futuro, la stessa maggioranza  inducesse senza ambiguità  i diretti responsabili a prendere atto di essere stati sfiduciati dall’intera città al di là delle appartenenze politiche  e, quindi, a trarre le dovute conclusioni?        
                                                                                                                              IMPEGNO COMUNE

PRECARI E IPOCRISIE


Le ipocrisie della maggioranza sulla stabilizzazione dei due precari

Sulla questione della mancata stabilizzazione dei precari, che costerà al Comune di Adria parecchie decine di migliaia di Euro, il centro destra, sperando nella distrazione e nella scarsa memoria collettiva, continua a inviare, come sempre ha fatto, messaggi fuorvianti ai cittadini, a dimostrazione di quale sia la considerazione  che la giunta adriese ha dei propri amministrati. E’ una tecnica di comunicazione più volte sperimentata in questi anni, a imitazione di un modello adottato a livello nazionale: si capovolge la realtà e si ripete più volte una palese bugia per farla diventare verità. Ad Adria, però, in questo caso, il Sindaco e la sua maggioranza non si sono impegnati a confezionare leggi “ad personam”,  ma a costruire ostacoli “contra personas”, contro i due precari, appunto, salvo poi dire di aver fatto di tutto per stabilizzarli. E’ sufficiente una semplice considerazione per smascherare tutte le ipocrisie che si sono sentite e lette in questi mesi sulla volontà di inserire in organico due professionalità la cui competenza era cresciuta con l’attività svolta in comune per poi essere assurdamente dispersa. Non ci dimentichiamo, infatti, che nel bando che fissava i requisiti per partecipare al concorso erano state inopinatamente inserite  clausole che chiudevano inesorabilmente le porte alla partecipazione dei due precari. A suo tempo da più parti era stato denunciato  questo atteggiamento punitivo che    impediva  a chi aveva egregiamente e diligentemente svolto il proprio compito negli anni precedenti di concorrere per coprire quello stesso ruolo, escludendo tra i titoli richiesti la sua specializzazione di laurea o pretendendo un’abilitazione professionale mai richiesta prima. Quindi non  solo i due precari non sono stati regolarizzati,  ma sono stati tagliati fuori anche dallo stesso bando, impedendo loro di misurarsi alla pari con gli altri concorrenti.                                                                            Tutto ciò è avvenuto durante l’amministrazione Barbujani.                                                                                                                                              Di fronte a questa evidenza evitino Sindaco e Giunta di arrampicarsi sugli specchi perché continuando a dire bugie rischiano di trovarsi a vivere in un mondo di cartapesta costruito da loro stessi dove la frase abusata “metterci la faccia” equivale in realtà a “indossare una maschera”. Forse varrebbe la pena, invece, che si guardassero allo specchio e dicessero la verità prima di tutto a loro stessi, magari facendosi aiutare dalla buona memoria dei cittadini.
IMPEGNO COMUNE

sabato 3 maggio 2014

PROCESSO ENEL

Sulla condanna ad Enel secondo noi pesano moltissime ombre. Pur ricordando che si tratta del primo grado di giudizio, ci chiediamo chi doveva controllare lo stato dell'arte presso la centrale, l'emissione di sostanze inquinanti nocive per ambiente e salute dei cittadini? Sembra che in Italia industrializzazione debba quasi sempre far rima con inquinamento e mancato rispetto delle regole, è possibile continuare su questa strada maledetta? Rimane l'ombra della mancata costituzione a parte civile del Comune di Adria, che oltre alla perdita di un indenizzo economico, è coincisa con la scelta di non verificare se la salute dei propri cittadini era stata messa in pericolo. L'indagine epidemiologica alla base del processo, riguarda infatti proprio le malattie respiratorie insorte in Polesine nei ragazzi più giovani. L'amministrazione adriese e il sindaco Barbujani sono venuti meno ad un loro dovere, la tutela della salute, appunto. Tra tutte le spese legali sostenute da quest'amministrazione, queste erano secondo noi quelle veramente importanti.

Impegno Comune