martedì 30 aprile 2013

UN INCUBATORE DI IMPRESA PER I GIOVANI IN CENTRO


La difficile situazione economica, particolarmente sentita nella nostra realtà, impone a tutte le forze politiche, anche locali, un supplemento di impegno nell’elaborazione di idee e di proposte.

La necessità di coinvolgere i cittadini ha suggerito a Impegno Comune di farsi promotore dell’iniziativa “qualche buona idea per Adria”, attraverso la quale raccogliere i suggerimenti di chi vuole mettere in campo qualche indicazione, sottoponendola all’attenzione di tutti, dandone visibilità non solo nel blog di Impegno Comune, ma anche attraverso i social network.

E’ questo, secondo noi, un modo per utilizzare il web per un obiettivo serio e concreto, dopo i divertenti esperimenti con cui sono stati goliardicamente eletti la “sagoma adriota” e “il sindaco di Adria”.

Per avviare questa iniziativa cominciamo noi a proporre qualche idea concentrandoci sul lavoro giovanile. L’idea è che il Comune realizzi un “incubatore di impresa” giovanile offrendo ai giovani, che hanno voglia di intraprendere, spazi, servizi e assistenza negli adempimenti burocratici a costi ridotti, se non nulli, per l’avvio dell’attività.

Ci spingiamo oltre suggerendo di pensare, differenziandosi da altre esperienze, a un incubatore di start-up del terziario e dei servizi concentrato nel centro di Adria, magari lungo l’asse del Corso. 

Il Comune potrebbe incentivare il rialzo delle saracinesche a fronte di accordi su temporanee detrazioni fiscali per i proprietari disposti a ospitare giovani coinvolti nell’esperienza dell’avvio di attività che, una volta consolidate potrebbero a loro volta essere volano di nuove idee e nuove iniziative. 

Sarebbe un modo per iniziare un processo di sviluppo innovativo, riportando il lavoro e i giovani in centro. Sarebbe un modo di riportare le persone ad Adria dopo che anche l’espulsione dal centro di alcuni uffici pubblici sta contribuendo ad impoverirla.

Leonardo Bonato 

martedì 9 aprile 2013

PRETENDIAMO REGOLE EQUE E TRASPARENTI PER LE NOMINE DEI FUTURI SCRUTATORI


Alla vigilia dell’ultima tornata elettorale  Impegno Comune aveva chiesto che la nomina degli scrutatori seguisse criteri di trasparenza ed equità. Si chiedeva che i membri della commissione indicati dai partiti per la scelta dei nomi privilegiassero non i “soliti amici” ma, semmai, quelli che potevano avere veramente bisogno di quei centocinquanta euro e, soprattutto, si chiedeva di garantire una rotazione rispetto agli incaricati  per le precedenti elezioni.

La risposta è stata a dir poco deludente: questa volta tra i nominati sono saltati fuori non solo i “soliti amici”, ma anche i famigliari dei membri della stessa commissione.

Ma è possibile che chi ricopre un ruolo istituzionale non provi imbarazzo nell’assegnare alla propria figlia, alla propria moglie, un ruolo retribuito che potrebbe essere rivendicato da qualunque altro cittadino, provocando proprio per questo delusione e indignazione?

Evidentemente no; evidentemente tutto ciò che abbiamo visto e sentito negli ultimi tempi non è bastato a far capire ai nostri politici locali che è giunto il momento di cambiare registro.

Quello che sorprende è, in particolare, che proprio i rappresentanti di una lista definita “civica”, quale la “Bobosindaco”, si siano distinti per una certa disinvoltura (se così vogliamo chiamarla) nelle nomine. E sorprende ancor di più lo stupore di Massimo Barbujani di fronte alle critiche, il quale giustifica il suo operato affermando che i suoi famigliari non possono essere penalizzati per il fatto che lui è sindaco: un’affermazione che desta forti perplessità e preoccupazioni.

Ora val la pena fare un paio di considerazioni. Un sindaco, così come un semplice consigliere comunale, ha onori e oneri e tra questi ultimi dovrebbe esserci proprio quello di evitare interferenze e conflitti tra il proprio ruolo e interessi, piccoli o grandi, personali o dei propri famigliari e, quindi, di rinunciare ad autoassegnarsi incarichi retribuiti. Inoltre questa rinuncia, sempre doverosa, potrebbe assumere la parvenza della  “penalizzazione” solo se la nomina derivasse da un sorteggio o da una selezione oggettiva, mentre qui siamo in presenza di nomina “ad personam”.

Insomma il ragionamento non regge ed è solo il tentativo di difendere l’indifendibile; auguriamoci che sia solo un episodio isolato.

Noi di Impegno Comune non abbiamo voluto alimentare polemiche nei giorni delle operazioni elettorali, ma ancora una volta oggi dobbiamo constatare che, a fronte della promessa di voler mettere mano a regole in modo che possano garantire in futuro veramente tutti i cittadini, è calato il silenzio sulle modalità di reclutamento degli scrutatori delle prossime, presumibilmente non lontane, elezioni. Per evitare che tutto cada nel dimenticatoio chiediamo ora che venga presa rapidamente la decisione di correggere questo assurdo quanto iniquo meccanismo.

Sorprende che anche la minoranza consigliare sia rimasta sempre silente di fronte a tutto ciò che è successo, probabilmente perché anche lì c’è qualche scheletro nell’armadio che frena anche qualsiasi altra proposta innovativa. Proposta innovativa che non è giunta neanche dai Cinque Stelle i quali hanno candidamente confermato che a Rovigo hanno cercato di gestire al meglio la quota che gli era stata assegnata , evitando, però, di denunciare un metodo che, inevitabilmente, di quota in quota divide i cittadini in quelli di serie A, B, C, lasciando ai margini sempre quelli che  non hanno “santi in paradiso”.

Adesso vediamo se prevarrà la ragionevolezza o se invece si cercherà di giungere a ridosso del problema dicendo ancora una volta … “non c’è tempo, siamo costretti a fare quello che abbiamo sempre fatto” (o peggio!). Per evitare che ciò accada Impegno Comune continuerà a vigilare ricordando le promesse fatte  e, se necessario,  denunciando il mancato rispetto degli impegni presi.

IMPEGNO COMUNE