venerdì 14 dicembre 2012

IMU, IMU, IMU....


Sono giorni ormai che non si parla d'altro perché ormai siamo giunti al capolinea e i soldi da tirar fuori sono tanti.

Pure il parlamentare Brunetta dice di non aver denaro per pagare l'IMU e chiede un prestito in banca!!!!!!! Mi vien da pensare: "Ma quante case ha?" E anche: "Sapendo della scadenza IMU, non poteva fare nei mesi passati un po' di sacrifici?"

Sicuramente molti italiani e anche molti nostri concittadini hanno stretto la cinghia in questi mesi per poter pagare la seconda rata dell'IMU, anche se molti dicono che non la pagheranno, non tanto perché non è dovuta, ma proprio perché i soldi non ci sono perché già impegnati a saldare bollette di luce, acqua e gas.

Ben venga l'aiuto da parte dell'amministrazione comunale di aver messo a disposizione 20 mila euro quale contributo alle famiglie in difficoltà, ma anziché dare il contributo dopo aver dimostrato di essere in regola con i pagamenti dell'imposta anche del 2012, non era possibile applicare delle agevolazioni quali ad esempio aliquota più bassa in base all'ISEE, prima del pagamento al fine di non sborsare soldi che in realtà non ci sono?

Il contributo, inoltre, non poteva riguardare anche l'IMU calcolata su immobili utilizzati come bene strumentale sia essa attività commerciale che artigianale, vista la continua chiusura di esercizi per crisi dovuta anche per l'elevata pressione fiscale?

Wilma Moda (Impegno Comune)

mercoledì 12 dicembre 2012

I SOLDI BISOGNA SPENDERLI BENE


Stiamo osservando (un po’ increduli) in questo ultimo periodo ad un susseguirsi di progetti e di proclami in materia di lavori pubblici da parte dell’amministrazione comunale che ci lascia alquanto perplessi.

Abbiamo appena assistito alla sentenza sulla gara del calore che ha visto l’amministrazione comunale uscire sconfitta e la città  umiliata da un certo sistema di gestire la cosa pubblica, e subito ci si presta a illustrare opere che la collettività fatica a riconoscere “di utilità pubblica”  come il rifacimento di  Strada Granda.

Se davvero ci sono fondi extra  da poter sfruttare sarebbe oggi più opportuno  recuperare il corso così com’è, semplicemente adeguando la pavimentazione, riparando i marciapiedi ammalorati e dirottare invece i soldi principalmente dove davvero ce n’è bisogno.

Ci sono strade in condizioni pessime, aree abbandonate e degradate, spazi pubblici da riqualificare. In che stato sono poi  le scuole comunali? La situazione fognaria così inadeguata in alcune zone della città è soltanto a carico della società che gestisce il servizio o l’amministrazione può intervenire per  contribuire a risolvere i problemi che sorgono ad ogni acquazzone ?

Perché poi non pensare a  orientare la spesa sulla realizzazione di piste ciclabili, magari da collegarsi con altre già presenti e funzionali, particolarmente in direzione della sinistra Po? E perché non pensare a dei concorsi  dove vince il progetto più bello ed  economicamente più sostenibile, magari  riservandolo agli under 35/40 e locali, così da poter far crescere “menti” nuove e nuove professionalità?

Ci troviamo di fronte  a delle scelte di tipo strategico. Per questo dobbiamo pensare oggi più che mai, in carenza di risorse, all’utilità sociale delle opere che sono da realizzare. Non si possono spendere centinaia di migliaia di euro per rifare duecento metri  di strada che non ha bisogno di radicali interventi e trascurare autentiche emergenze!   

Serve piuttosto un impegno da parte dell’amministrazione che si concentri  maggiormente per creare le condizioni affinchè la gente investa ad Adria. C’è bisogno di un’amministrazione  lungimirante,  che si occupi  meno delle apparenze e più della sostanza . C’è bisogno di un’amministrazione.          
                                                                                                    
Nicola Montani
Impegno Comune

lunedì 10 dicembre 2012

LA LEZIONE DEL VESCOVO: UNA POLITICA PER IL BENE COMUNE


“Il politico deve avere la capacità di distinguere il bene dal male e servire la giustizia e la pace”.
E’ questa la tematica svolta in modo chiaro e puntuale da Mons. Lucio Soravito De Franceschi nella recente conferenza organizzata dall’Azione Cattolica della Cattedrale  aperta a tutti.

Il Vescovo ha esordito affermando che ogni scelta personale ha sempre una valenza politica, ribadendo, quindi, l’urgenza di una educazione all’impegno politico e sociale.
La politica, ha proseguito, deve avere come scopo prioritario l’impegno per la giustizia, creando, così, le condizioni di fondo per la pace.

Con piacere e orgoglio, come esponente di Impegno Comune mi sono riconosciuta nei vari richiami che il Vescovo ha rivolto all’assemblea: l’impegno per il bene comune offerto con competenza ed efficienza, la sobrietà e lo spirito di servizio, l’importanza del lavoro e della solidarietà, la legalità e la moralità, la difesa dei più deboli, l’integrazione dei migranti.

Ricordo, infatti, che Impegno Comune è nato affermando proprio questi stessi valori  oltre che la fondamentale importanza della “gratuità e temporaneità in politica”.

La conferenza è stata seguita attentamente da un buon numero di persone. Peccato fossero pochi i nostri politici locali che, evidentemente, preferiscono in genere farsi vedere in campagna elettorale, magari esibendo  la loro presenza durante le funzioni religiose. Eppure ci sarebbe bisogno che tutte le forze politiche si sentissero interpellate da quelle parole  per poi riflettere seriamente sui richiami del vescovo.                                                                                                                                                  

Oriana Trombin
Impegno Comune

giovedì 6 dicembre 2012

ATTENZIONE ALLE MODALITA’ DI INTERVENTO NEL CENTRO STORICO


Tralascio le considerazioni sulla necessità di ripavimentare il corso perché è decisamente indecifrabile la scala delle priorità del l’Amministrazione Comunale adriese. Mi limito ad osservare che è la stessa amministrazione che in passato aveva descritto come fondamentalmente necessari  il nuovo ingresso del municipio e il ponte ciclopedonale, mentre oggi la dubbia effettiva utilità di quelle opere e la certezza delle centinaia di migliaia di Euro spesi  sono lì a dimostrare l’inefficacia delle scelte fatte. 

C’è, però, un’altra questione sulla quale vale la pena soffermarsi, un tema che meriterebbe una riflessione approfondita, culturale prima ancora che politica: si tratta delle modalità di intervento sugli spazi pubblici del centro, perché il rischio è quello di modificare in modo irreversibile il paesaggio urbano  cancellandone  il “vissuto” e la memoria. 

Noi cittadini adriesi siamo consapevoli che il nostro centro storico non è assimilabile agli altri centri del Delta di più recente formazione, per i quali tutto ciò che è “nuovo” è “bello” e infatti spesso ci rammarichiamo, guardando qualche foto datata di Adria, nello scoprire che la perdita di alcuni elementi autentici ne ha impoverito l’immagine. Quella autenticità che si apprezza  anche quando  andiamo a visitare altri centri storici deve essere  continuamente preservata  anche nella nostra città a partire dalle strade e dalle piazze. 

Non ci si può distrarre ne’ si può delegare il controllo a qualche organismo esterno: è l’intera comunità che, attraverso i propri rappresentanti,  dovrebbe difendere la propria identità attraverso la conservazione dei caratteri distintivi dell’ambiente urbano, fondamentale  per non disperdere il senso di appartenenza dei cittadini al proprio territorio, per non farli sentire estranei  nella propria città.  

D’altra parte non si capisce perché la tutela delle fisionomia  urbana sia richiesta ai privati che intervengono sui propri fabbricati, ma non all’amministrazione pubblica  che interviene sulla strada o sulla piazza   sulla quale gli stessi fabbricati si affacciano. E se  la pavimentazione di una strada, di una piazza, specie all’interno di una zona pedonale, è una componente fondamentale di questa fisionomia , lo è ancor  più, per ovvi motivi, quella della “Strada Granda” di Adria. Si punti, quindi, sulla manutenzione e sull’intervento meno invasivo possibile perché la patina della storia non è paragonabile al “nuovo a tutti i costi”. 

Si valuti bene, quindi, e non si faccia lo stesso errore che si è fatto con Piazza Oberdan  a proposito della quale si coglie l’occasione per chiedere  cosa ne è stato di quel progetto, prima approvato e poi rinnegato dal Sindaco? E’ stato rimesso nel cassetto? Ci si è decisi a far realizzare la sola manutenzione della pavimentazione, così come auspicato dai tanti sottoscrittori la petizione? O dobbiamo aspettarci qualche sorpresa?

Leonardo Bonato