domenica 23 gennaio 2011

OLTRE I LUOGHI COMUNI I GIOVANI SONO IL NOSTRO PRESENTE


Dai vari livelli del mondo politico capita spesso di sentire parlare di giovani e molte volte questi discorsi sono infarciti di demagogia, di luoghi comuni, di banalità che da un lato denunciamo una preoccupante lontananza dalla realtà, dall’altro tutta la supponenza di chi sentenzia senza interrogarsi con assoluta noncuranza delle contraddizioni in cui incorre. Per esempio viene da chiedersi, ironicamente, a quale collocazione pensasse il signore di Arcore nell’affermare, qualche tempo fa, che non era certo nella protesta contro i tagli della Gelmini che si ritrovava la “brava gioventù”. Ce lo chiediamo oggi, nel momento in cui, amaramente, constatiamo proprio quale sia la sua idea di “brava gioventù”. Ma ci chiediamo anche, venendo alle questioni adriesi se non si sia accorto della propria contraddizione chi parla oggi di città a misura di giovane e bambino, mentre solo qualche mese fa ha scelto di vendere il verde pubblico, in particolare proprio quello in prossimità delle scuole.
Completamente diverso è stato, invece, l’approccio al tema “giovani” messo in campo nel recente incontro con don Fabio Finotello promosso dal “Cantiere” di Adria che, senza sbandierare strumentalmente simboli di partito, sta offrendo alla città straordinarie occasioni di riflessione politica nel senso più nobile e genuino del termine, mettendo a confronto culture e sensibilità di provenienze diverse. Lì è stata affermata concordemente la necessità di rendere protagonisti da subito i giovani in quanto tali, di responsabilizzarli, mentre questa nostra società li cancella dal presente: è una società in cui il ringiovanimento dei ruoli è in pesante ritardo e spesso, quando ciò avviene, si tratta di operazioni di facciata, che tendono a strumentalizzare, più che a valorizzare. Il giovane oggi soffre del fatto che è considerato solo un adulto di domani e, comunque, anche l’incertezza delle prospettive future in un periodo così delicato ed economicamente difficile per le famiglie lo espone al rischio di scivolare verso atteggiamenti ostili e giudizi intolleranti e di chiusura mentre occorre che tutte le agenzie educative promuovano la solidarietà, l’apertura, la curiosità, la conoscenza.
Per questo ad Adria è necessario individuare ed esaltare le specificità dei luoghi di aggregazione giovanile per qualificare e diversificare l’offerta e non soffermarsi solo su ciò che ruota attorno allo “spritz”, fenomeno per certi versi preoccupante. Ci sono i luoghi della musica (ad Adria c’è già più di una sala prove), della danza, della ginnastica, delle attività sportive, ci sono i luoghi della formazione culturale, si sono i luoghi ricreativi e, in particolare, gli oratori parrocchiali. Tutte realtà da valorizzare perché sono la parte sommersa di questo iceberg che si conosce solo parzialmente, ma che a volte emerge in maniera prorompente. Basti un esempio per tutti,  il concerto di Capodanno con il quale i giovani musicisti del Conservatorio e le giovani danzatrici della Scuola di danza hanno augurato buon anno alla nostra città: è stata una straordinaria istantanea che ha sintetizzato l’enorme patrimonio di talento, di impegno, di vitalità che non possiamo disperdere. E gli applausi scroscianti del Teatro Comunale gremito da un pubblico non solo adriese ci dicono che se veramente lo vogliamo, per Adria, il futuro è già iniziato.
Leonardo Bonato