Le notizie sulla mala politica,
che da giorni occupano le pagine dei giornali accostate ai dati della crisi
economica e sociale, certificano l’irresponsabile scollamento tra la classe
dirigente e la popolazione nel nostro Paese. Chi, in passato, a tutti i
livelli, come anche noi di “Impegno Comune”, ha lanciato appelli, sempre caduti
nel vuoto, per la sobrietà e la gratuità in politica, non può che constatare
come le più nefaste previsioni si siano ormai avverate. E così, oggi, non possiamo
più dire “il tempo sta per scadere”, ma “il tempo è scaduto”. Non è più il
momento delle proposte, delle idee, dei buoni intenti, è il momento delle
scelte e dei fatti. Così come velocemente si è agito sulle pensioni, sui
provvedimenti fiscali, non si può ammettere, per esempio, che occorra istituire
una commissione per verificare se gli stipendi dei parlamentari siano in linea
con quelli europei per poi insabbiare tutto, bisogna concretamente tagliarli,
così come è inammissibile che i cittadini non possano controllare quanto denaro
pubblico va ad ogni proprio rappresentante, a qualunque livello, direttamente o
indirettamente, attraverso i partiti.
Il cittadino mediante internet
con un semplice “clic” dovrebbe essere in grado di sapere qual è lo stipendio
del consigliere regionale, come quello del sindaco o dell’assessore, nonché,
periodicamente, quali rimborsi spese sono stati ottenuti e per quali attività
sono stati concessi. Il cittadino al tempo stesso dovrebbe poter facilmente
accedere alla lettura di tutti i provvedimenti amministrativi senza le
complicazioni che, per esempio, il sito del Comune di Adria presenta.
Impegno Comune chiede che venga
istituito anche un albo pubblico di tutti i nominati nei cosiddetti “enti di
secondo grado” con l’indicazione di quanto i singoli membri di questi consigli
di amministrazione, spesso sconosciuti ai più, pesano sulle spalle della
comunità. Non è più tollerabile che il principio della rendicontazione sia chiesto
a tutti tranne che a chi dovrebbe invece essere esempio di trasparenza. Chi
amministra deve accettare di stare in una casa di vetro e non può eludere le
domande, non può continuare a rispondere in maniera incompleta. Per questo appare anacronistica la modalità con cui la Giunta
Comunale di Adria risponde alle interrogazioni dei consiglieri comunali ed è,
perciò, urgente trovare una soluzione che, fornendo informazioni complete ai
cittadini, non mortifichi l’essenza stessa della democrazia .
Ma la scelta più urgente e
irrinunciabile è la riacquisizione del senso di responsabilità da parte di chi
amministra la cosa pubblica. Non se ne può più di sentire frasi del tipo “non sapevo”, “è stata una sorpresa”,
“non toccava a me” pronunciate da chi dovrebbe essere il primo garante del
corretto funzionamento di una pubblica amministrazione. Non se ne può più di
politici che si fanno sorprendere dagli eventi e fingono di scoprire che le
cose non vanno solo quando altri le segnalano, magari solo quando interviene la
magistratura. Comincino a chiedersi già da adesso se ci sono forme, diciamo
così, “anomale” di finanziamento dei partiti, riflettano se è proprio normale
che le campagne elettorali, anche per comuni piccoli come Adria, siano così
costose, si interroghino sulla provenienza dei loro finanziamenti! Facciano un
bell’esame di coscienza e si comportino conseguentemente!
La lista di Impegno Comune ad
esempio, ha pubblicato tutti i dati sulla sue modeste spese elettorali,
fornendo i nomi di chi ha contribuito, rispettando le regole. Perché non tutte
le altre liste hanno fatto così? Perché nessuno le ha richiamate al proprio
dovere? Perché la nostra proposta di stabilire un tetto per le spese elettorali
non ha trovato alcun riscontro? Noi pensiamo che ad ogni livello occorra interrompere
quel circolo perverso di flusso di denaro che inquina la politica, la
democrazia e addormenta le coscienze, perchè coi soldi si può manipolare anche
l’informazione. Flusso che direttamente o indirettamente impoverisce la casse
pubbliche, perché quando girano cifre esagerate potrebbe esserci chi tenta di
far ritornare i soldi spesi recuperandoli attraverso gli appalti, gli
incarichi, le sovvenzioni e, pertanto, chi paga alla fine siamo sempre noi
cittadini. Ognuno, quindi, per il ruolo
che riveste, faccia la propria parte, a partire dal nostro territorio, ed
eserciti responsabilmente il diritto-dovere di controllo, altrimenti domani non
potrà certo dire “nessuno me l’aveva detto”.
Leonardo Bonato