mercoledì 31 ottobre 2012

IMPEGNO COMUNE: NO A VERONA


L’assurdità della prospettiva che l’intera provincia di Rovigo sia aggregata alla provincia di Verona va di pari passo con l’ignavia di una classe politica che non sa operare delle scelte vere, a partire dal livello regionale, che ha deciso di non decidere, lasciando così carta bianca al governo.

E’ evidente come l’area deltizia e, con essa, Adria siano lontanissime dal territorio scaligero, non solo geograficamente, ma anche per storia, tradizioni e, soprattutto, per ogni tipo di progettualità socio-economica da attuare in futuro.

Impegno Comune rileva anche  che proprio l’assenza di progettualità e di un’idea forte sul futuro della nostra città è la colpa principale di questa amministrazione comunale, che si perde in chiacchiere e manca agli appuntamenti importanti come quello di una presa di posizione chiara e tempestiva sul riordino delle province.

Il dibattito sul nuovo disegno territoriale del Veneto e sulla città metropolitana di Venezia, che il Comitato “Pensiamo al futuro di Adria” ha avviato in assenza di adeguato pronunciamento del Consiglio Comunale, non è stato colto come opportunità e quasi tutti i politici locali hanno brillato per la loro “distrazione”. Così non è stato per altri comuni, Rosolina e Porto Viro, ad esempio, che non hanno perso l’occasione di evidenziare le proprie affinità territoriali con il veneziano.

Adria adesso deve recuperare rapidissimamente il tempo perduto e dichiarare chiaramente la contrarietà a Verona, puntando all’inserimento della nostra città in un sistema che graviti attorno alla città metropolitana che sta nascendo nel cuore del Veneto.


Leonardo Bonato

Antenna


Impegno Comune esprime la propria posizione in merito al recente problema della posa di una nuova antenna per telecomunicazioni da parte di una nota azienda  ad Adria. 

Il problema del posizionamento è, o quanto meno dovrebbe essere, disciplinato dall’apposito regolamento municipale (peraltro mai rispettato).

Ma quello che ci preoccupa è soprattutto  di non  avere la possibilità per i cittadini di controllare i dati relativi alle emissioni delle onde elettromagnetiche. 

Le onde dell’antenna infatti si vanno a sommare con quelle delle antenne già presenti, oggi  serve la mappatura di tutte le antenne esistenti nel territorio Adriese per individuare i punti critici in città.

Dove sono gli effetti  maggiori? Non lo sappiamo! Quali sono gli impatti nella popolazione? Probabilmente nessuno allo stato delle cose ci può rispondere. 

Per questi motivi Impegno Comune chiede con forza che i dati in possesso del Comune siano resi pubblici e che tali dati siano certificati da un ente riconosciuto. Noi chiediamo di più, chiediamo che venga comprata da parte dei gestori delle antenne una centralina mobile per la rilevazione delle onde elettromagnetiche da spostare nei punti critici della città collegata ad una finestra online sul sito del comune, in modo da rendere possibile la lettura dei dati in tempo reale a tutti i cittadini.Solo cosi avremo la possibilità di  verificare che non risultino superati i limiti previsti dalla legge. 

In caso contrario la  comunità adriese  potrà chiedere la rimozione del manufatto dannoso per la salute dei cittadini.

Ugo Meneghini

lunedì 29 ottobre 2012

Domande al vicesindaco


Impegno Comune esprime i propri dubbi sulle affermazioni del vicesindaco di Adria  D’Angelo rilasciate ai quotidiani la scorsa settimana, che raccontavano di una lega che lavora in silenzio per il territorio e i cittadini. 

Ci sorge una domanda spontanea: la lega, con due consiglieri comunali, un vicesindaco ed un assessore al territorio, cosa ha realizzato o proposto concretamente per l’ occupazione in quest’ anno abbondante di amministrazione? 

Ancora chiediamo cosa pensi il vicesindaco della necessità di assumere un nuovo dirigente: è necessario, oppure i dirigenti attuali possono dividersi i compiti attuali senza pesare sulle casse cittadine con lo stipendio di un dirigente (circa 100 mila euro all’ anno, senza considerare i premi), di cui inspiegabilmente moltissimi in città assicurano di saperne il nome e cognome..... 

C’è qualcuno all’interno della maggioranza adriese che sta spingendo per quest’ assunzione? Perchè? 

Omar Barbierato

giovedì 25 ottobre 2012

Dogana


Impegno Comune segnala una possibilità importante per il Comune di Adria e per il Delta:  l’ opportunità di portare  l’ Agenzia delle Dogane, ora sita presso l’ Interporto di Rovigo, ad Adria, nella sede dei Monopoli in viale Risorgimento.

La V Commissione Bilancio e Tesoro ha previsto infatti, all’ interno della legge di stabilità, l’ accorpamento dell’ Agenzia delle Dogane e dell’ Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. 

Questa esigenza di riduzione della spesa si unisce a quella di chiusura delle sedi dell’ Agenzia delle Dogane in affitto, con un numero di operatori non sufficiente, e la sede di Rovigo rientra in questa casistica. 

La sede dei Monopoli ad Adria invece è di proprietà dello Stato Italiano, ed è abbastanza capiente da poter ospitare l’ ufficio della dogana, nel caso di chiusura di quello di Rovigo, tramite un’ opportuna riorganizzazione degli spazi. 

Si tratta dunque di un’  occasione importante per il nostro territorio da provare a concretizzare tramite gli opportuni passaggi istituzionali. 

Chiediamo il massimo impegno delle forze politiche adriesi, in particolar modo a quelle in seno all'amministrazione comunale, per attivarsi in merito a questa possibilità, considerando l’ impoverimento che il nostro territorio sta subendo proprio nei servizi ai cittadini del Delta.


Omar Barbierato

giovedì 4 ottobre 2012

La mala politica si combatte con i fatti concreti e con il senso di responsabilità


Le notizie sulla mala politica, che da giorni occupano le pagine dei giornali accostate ai dati della crisi economica e sociale, certificano l’irresponsabile scollamento tra la classe dirigente e la popolazione nel nostro Paese. Chi, in passato, a tutti i livelli, come anche noi di “Impegno Comune”, ha lanciato appelli, sempre caduti nel vuoto, per la sobrietà e la gratuità in politica, non può che constatare come le più nefaste previsioni si siano ormai avverate. E così, oggi, non possiamo più dire “il tempo sta per scadere”, ma “il tempo è scaduto”. Non è più il momento delle proposte, delle idee, dei buoni intenti, è il momento delle scelte e dei fatti. Così come velocemente si è agito sulle pensioni, sui provvedimenti fiscali, non si può ammettere, per esempio, che occorra istituire una commissione per verificare se gli stipendi dei parlamentari siano in linea con quelli europei per poi insabbiare tutto, bisogna concretamente tagliarli, così come è inammissibile che i cittadini non possano controllare quanto denaro pubblico va ad ogni proprio rappresentante, a qualunque livello, direttamente o indirettamente, attraverso i partiti.
Il cittadino mediante internet con un semplice “clic” dovrebbe essere in grado di sapere qual è lo stipendio del consigliere regionale, come quello del sindaco o dell’assessore, nonché, periodicamente, quali rimborsi spese sono stati ottenuti e per quali attività sono stati concessi. Il cittadino al tempo stesso dovrebbe poter facilmente accedere alla lettura di tutti i provvedimenti amministrativi senza le complicazioni che, per esempio, il sito del Comune di Adria presenta.
Impegno Comune chiede che venga istituito anche un albo pubblico di tutti i nominati nei cosiddetti “enti di secondo grado” con l’indicazione di quanto i singoli membri di questi consigli di amministrazione, spesso sconosciuti ai più, pesano sulle spalle della comunità. Non è più tollerabile che il principio della rendicontazione sia chiesto a tutti tranne che a chi dovrebbe invece essere esempio di trasparenza. Chi amministra deve accettare di stare in una casa di vetro e non può eludere le domande, non può continuare a rispondere in maniera incompleta.  Per questo appare  anacronistica la modalità con cui la Giunta Comunale di Adria risponde alle interrogazioni dei consiglieri comunali ed è, perciò, urgente trovare una soluzione che, fornendo informazioni complete ai cittadini, non mortifichi l’essenza stessa della democrazia .
Ma la scelta più urgente e irrinunciabile è la riacquisizione del senso di responsabilità da parte di chi amministra la cosa pubblica. Non se ne può più di sentire frasi  del tipo “non sapevo”, “è stata una sorpresa”, “non toccava a me” pronunciate da chi dovrebbe essere il primo garante del corretto funzionamento di una pubblica amministrazione. Non se ne può più di politici che si fanno sorprendere dagli eventi e fingono di scoprire che le cose non vanno solo quando altri le segnalano, magari solo quando interviene la magistratura. Comincino a chiedersi già da adesso se ci sono forme, diciamo così, “anomale” di finanziamento dei partiti, riflettano se è proprio normale che le campagne elettorali, anche per comuni piccoli come Adria, siano così costose, si interroghino sulla provenienza dei loro finanziamenti! Facciano un bell’esame di coscienza e si comportino conseguentemente!
La lista di Impegno Comune ad esempio, ha pubblicato tutti i dati sulla sue modeste spese elettorali, fornendo i nomi di chi ha contribuito, rispettando le regole. Perché non tutte le altre liste hanno fatto così? Perché nessuno le ha richiamate al proprio dovere? Perché la nostra proposta di stabilire un tetto per le spese elettorali non ha trovato alcun riscontro? Noi pensiamo che ad ogni livello occorra interrompere quel circolo perverso di flusso di denaro che inquina la politica, la democrazia e addormenta le coscienze, perchè coi soldi si può manipolare anche l’informazione. Flusso che direttamente o indirettamente impoverisce la casse pubbliche, perché quando girano cifre esagerate potrebbe esserci chi tenta di far ritornare i soldi spesi recuperandoli attraverso gli appalti, gli incarichi, le sovvenzioni e, pertanto, chi paga alla fine siamo sempre noi cittadini. Ognuno, quindi,  per il ruolo che riveste, faccia la propria parte, a partire dal nostro territorio, ed eserciti responsabilmente il diritto-dovere di controllo, altrimenti domani non potrà certo dire “nessuno me l’aveva detto”.

Leonardo Bonato