Penso che la società adriese sia di gran lunga migliore della rappresentazione offerta dalle vicende politico-amministrative che hanno portato al commissariamento del Comune e che ci sia bisogno di liberare le tante energie disponibili per rendere veramente partecipi i cittadini alla gestione responsabile della cosa pubblica. Occorre non farsi tentare dalla disaffezione e abbandonarsi alla sfiducia perché questo è oggi il rischio vero: l’astensionismo. Al contrario la nostra indignazione alimentata anche dalle note vicende di cui è stato protagonista il Presidente del Consiglio deve essere investita non tanto in rabbia o in delusione ma nell’impegno ad abbattere quel muro che sembra essersi alzato tra politica e società.
Oggi Adria non ha bisogno di candidati sindaci, di autopromozioni, di protagonismi, ma ha bisogno di coesione, di voglia di pensare e di fare. Occorre rimboccarsi le maniche e cominciare a lavorare su obiettivi chiari per il rilancio della città, occorre tenere alta l’attenzione perché in questo periodo di “vuoto” politico-amministrativo Adria non subisca ulteriori ridimensionamenti, specie nel suo ruolo di città di servizi (soprattutto sanitari e scolastici) e dirottamenti di finanziamenti. Occorre suscitare in tutti, su queste basi, un risveglio della passione civica.
Chi ha piccole o grandi responsabilità politiche ha il dovere di assecondare questo risveglio attraverso l’affermazione della trasparenza, del principio di legalità e della valorizzazione del contributo che ogni persona può dare alla crescita della comunità di cui fa parte. Il risveglio passa anche attraverso modi e metodi nuovi che trasmettano il messaggio di una politica intesa come servizio e che si alimenti della capacità di ragionamento libero e autonomo.
Si lasci alla destra berlusconiana il carrierismo che utilizza l’irrazionalità delle tifoserie, una destra che si è dimostrata a tutti i livelli tanto abile nelle proprie dispendiose campagne elettorali, quanto disastrosa nell’azione di governo!
Il PD con il centrosinistra, mettendosi a disposizione della città, non può non indicare come uno dei suoi primari obiettivi la chiarezza di una proposta coerente con i propri principi per poter con autorevolezza e credibilità chiamare la cittadinanza adriese a una vera e propria riscossa civica.
Leonardo Bonato